lunedì 15 novembre 2010

Pagliaccio


Clown è davanti lo specchio, come ogni sera. Si guarda attentamente: uno strato spesso di colore bianco gli copre tutto il viso e quelle macchie di colore sgargiante sembrano volerlo distrarre dall'enorme bocca rossa che sfoggia un sorriso innaturale. Clown non sopporta più la sua immagine riflessa in quel rettangolo, non è in quel modo: inizia a piangere a dirotto tenendosi la fronte con la mano e a singhiozzare, a sbattere le enormi scarpe a terra. Il fiato lentamente gli stringe la gola.

"Io so di non essere così."

Piangendo, prende il sapone e sotto il getto dell'acqua fredda inizia a strofinarselo fra le mani fino ad ottenere una schiuma con tante bollicine color arcobaleno. Inizia a togliere il trucco pesante da pagliaccio del circo e tra un singhiozzo e l'altro respira quell'acqua contaminata, tossendo.

Ripetè l'operazione altre due volte, fin quando i suoi polpastrelli non sentirono una superficie liscia; un pò esitante alzò gli occhi verso lo specchio e si guardò senza maschera, senza inganni: pulendosi il muco e le lacrime con il braccio, notò che in realtà non era un pagliaccio che piangeva. Era un uomo che piangeva.

E sempre di più piangeva.

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