mercoledì 28 luglio 2010

La bambolina.

Strati su strati di tessuti... Chilometri di fili... Per creare una bambolina perfetta nella sua imperfezione... Sembra guardarmi dall'alto del suo scaffale con quei suoi bottoni color foglia e i capelli di lana rossa...
Eccola.. ferma, Immobile, graziosa.

Eppure non è passato tanto tempo da quando era solo poco più di una pezza, di un cumulo di stoffe... Le forbici avrebbero dato la forma giusta a ogni parte che l'avrebbe composta, rendendola proporzionata e lineare, bella da guardare; gli aghi avrebbero avuto poi il compito peggiore: mettere insieme tutte queste forme, così diverse fra di loro per il colore, la funzione e la dimensione.

Bisognava infilzare.
Pungere.
Fare male.

Avvicinare con accortezza i vari elementi, pezzi, organi, e poi farli oltrepassare da fili che avrebbero dato una certa resistenza e stabilità alla bambolina.

Venne creato dapprima il suo corpicino di pezza con stoffa dura, ruvida, e imbottito di morbido cotone... Le fu creato il viso con bottoni per gli occhi e con ricami per il sorriso e le guance... Come se già in principio avessero fatto la scelta sadica di darle percezione e facoltà ancora prima di essere completa... Fu il turno del cuoricino, dei piedi, delle mani, dei capelli. Venne coperta con vestiti che odiava ma che erano stati creati su misura per lei.. Le si fissarono addosso, appuntati con gli spilli e legati per sempre con i fili che la laceravano a millimetri. E la bambolina soffriva. E si arrabbiava. Si arrabbiava perché non era più in grado di piangere.

Tanto tempo è passato da quando era solo poco più di una pezza, di un cumulo di stoffe...

Ed ora eccola lì... sulla mensola... con quei suoi bottoni color foglia... e i suoi capelli di lana rossa... incapace di sentire altro dolore dalle punture degli aghi...
Eccola... con quel suo sorriso cucito di forza sul viso...
Mi fissa.... insofferente... finta... ferma... immobile... graziosa.

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